Se sul piatto si appoggia una mosca, ci basta un gesto per allontanarla: “tanto è solo una mosca” pensiamo. Non si riflette però sul fatto che quella mosca prima potrebbe essersi posata su rifiuti, feci, espettorati, ferite purulente, ecc., caricandosi di virus, batteri, spirochete, protozoi, uova e larve di vermi parassiti e altri agenti patogeni. Inoltre per nutrirsi non avendo apparato masticatore rigurgita sugli alimenti solidi una sostanza acida che poi risucchia una volta disciolti.
Questi esempi non danno che una minima idea delle malattie che possono essere trasmesse meccanicamente dalla mosca, definita l’insetto domestico più pericoloso. Il controllo delle mosche è pertanto una prassi igienica indispensabile sopratutto negli ambienti legati alla filiera alimentare e in quelli ambienti sanitari dove non ci si può permettere il rischio contaminazioni.
Tra le molte attività di Indaco il controllo integrato delle popolazioni di mosche è una delle più articolate e complesse. Prevede infatti l’azione congiunta della attività di prevenzione e quella di lotta vera e propria. L’impiego dei tradizionali insetticidi e l’uso di trappole a luce UV, quasi sempre diretti contro le forme alate, assicurano ottimi risultati, se adoperati correttamente.
I prodotti utilizzati nella lotta chimica contro le mosche si dividono in: adulticidi (efficaci nei confronti degli adulti); larvicidi (efficaci nei confronti delle larve). I prodotti adulticidi, a loro volta, possono essere ad azione residuale (che esplicano un’azione prolungata nel tempo) o ad azione abbattente (che esplicano cioè un’azione immediata).
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