INSETTI
TINGIDE DEL PLATANO (Corythucha ciliata)
Questo tingide è un grado di colpire diverse essenze vegetali, ma risulta particolarmente dannoso sulle piante di Platanus. L’insetto, durante il periodo primaverile-estivo, si localizza nella pagina inferiore delle foglie da cui sottrae linfa e clorofilla. Ciò causa una decolorazione tipica delle foglie, che successivamente ingialliscono, disseccano e cadono in anticipo. Al sopraggiungere dell’inverno gli adulti della tingide cercano riparo sotto le placche corticali del tronco, nelle screpolature dei muri ed altro. In primavera questi adulti ritornano sulle foglie, sviluppando 3 generazioni nel corso dell’estate.
ALEURODIDE DELLE SERRE O MOSCA BIANCA (Trialeurodes vaporariorum)
Questo insetto è simile ad una piccola mosca bianca ed è comune nelle serre, dove è in grado di infestare un notevole numero di piante. Si localizza sulla pagina inferiore delle foglie dove si nutre sottraendo linfa. Ciò causa notevoli deperimenti vegetativi associati a presenza di fumaggine. Scuotendo i vegetali infestati, l’aleurodide si alza in volo evidenziando la sua presenza. L’insetto sviluppa molte generazioni durante il periodo estivo risultando particolarmente dannoso in serra, molto meno in piena aria.
AFIDI (Aphis, Myzus, Dysaphis, Cinara, Sarucallis, Macrosiphum, Eucallipterus, Patchiella, Eopineus, Pineus, Gillitteella, Cedrobium, ecc.)
Molte delle piante coltivate possono essere infestate da una delle tante specie di afidi. Questi insetti si possono suddividere, a fini pratici, in due gruppi:
- afidi che colonizzano i giovani germogli;
- afidi che si sviluppano su rami e fusti.
Al primo gruppo appartengono gli afidi della Rosa, della Lagerstroemia, dei Prunus, dei fruttiferi, del Viburnum, dell’Acer, della Robinia, del Tilia, dell’Hibiscus, della Photinia, della Wisteria, del Quercus, del Pyracantha ed altri. Causano arresto di vegetazione, deformazione e disseccamento delle foglie e dei germogli colpiti. Al secondo gruppo appartengono gli afidi del Cupressus, del Cedrus, e della Thuja. Questi possono causare ampi disseccamenti nella pianta, provocandone anche la morte, per cui assumono particolare importanza. Gli afidi, detti anche pidocchi, sono di colore variabile (dal giallo al verde al nero ecc…) in grado a volte di mimetizzarsi con la vegetazione, poco mobili e formanti sugli organi infestati fitte colonie. Si nutrono succhiando la linfa elaborata, ricca di acqua e zuccheri, povera di sostanze proteiche. Gli zuccheri e l’acqua in eccesso vengono eliminati sotto forma di un liquido trasparente e vischioso che prende il nome di melata. Questa imbratta la pianta e costituisce un ottimo substrato per lo sviluppo di funghi. Ciò da luogo al fenomeno della “fumaggine” e la pianta si ricopre di una fuliggine nera. Questa la si può eliminare solo effettuando un’accurata lotta agli afidi. Spesso questi insetti sono in simbiosi con formiche, per cui una presenza di quest’ultime sui vegetali può essere associata ad una infestazione di afidi.
METCALFA (Metcalfa pruinosa)
La Metcalfa è un omottero flatide. La sua presenza sulle piante è rilevata da vistosi imbrattamenti cerosi di colore bianco candido lungo i fusti erbacei e sulla pagina inferiore delle foglie. E’ in grado di attaccare molte specie vegetali con predilezione per alcune latifoglie: Acer, Magnolia grandiflora, Robinia, Catalpa, Fagus e Ligustrum. L’insetto compie una sola generazione l’anno con comparsa scalare delle forme giovanili dai primi di maggio alla fine di giugno.
COCCINIGLIE
Le cocciniglie sono insetti con il corpo rivestito da abbondanti secrezioni di varia natura: cere, lacche, sostanze sericee. Queste sostanze formano uno scudetto, o un follicolo, o un ovisacco, sotto cui trova protezione l’insetto. Di dimensioni ridotte, in alcuni casi minuscole, questi insetti sono poco mobili o immobili. Sono in grado di produrre notevoli incrostazioni sugli organi legnosi delle piante, provocandone un notevole deperimento. Le cocciniglie, da un punto di vista pratico, possono essere suddivise in due grandi gruppi: cocciniglie diaspine, altre cocciniglie.
HYPHANTRIA (Hyphantria cunea)
E’ una farfalla la cui larva è in grado di determinare forti defogliazioni su molte latifoglie. Risulta pericolosa, compromettendone il regolare sviluppo vegetativo, su Morus, Acer, Prunus, Tilia e Platanus. Gli adulti sfarfallano in Aprile-Maggio- primi di Giugno, depongono le uova e nel mese di giugno si sviluppano le infestazioni delle larve. A questa prima generazione ne segue un’altra con comparsa degli adulti in Luglio. Le larve di questa seconda generazione sono presenti nel mese di Agosto, ed essendo molto numerose sono in grado di provocare defogliazioni consistenti. Nel periodo autunnale si può assistere ad una terza generazione, che però difficilmente viene completata.
ALTRI LEPIDOTTERI DEFOGLIATORI (Tortrix viridana, Lymantria dispar, Thaumetopoea processionea, Leucoma salicis, Aporia crataegi, Orgya antiqua ecc.)
Sono un gruppo abbastanza ampio ed eterogeneo di farfalle le cui larve determinano defogliazioni. Hanno maggiore importanza a livello forestale che vivaistico, dove raramente risultano dannosi.
RODILEGNO ROSSO (Cossus cossus) E RODILEGNO GIALLO (Zeuzera pyrina)
Il Cossus difficilmente raggiunge i livelli di danno del rodilegno giallo. Il suo ciclo di sviluppo è simile a quello descritto per la Zeuzera, ma si completa in 2-3 anni. La larva ha un tipico colore rosso e a maturità raggiunge dimensioni rilevanti. A differenza della Zeuzera le larve del rodilegno rosso si localizzano prevalentemente sul fusto fino ad un’altezza massima di 1,5-2 metri da terra, con predilezione della zona del colletto. L’infestazione di rodilegno rosso determina un indebolimento e perdita di vigoria della pianta che in alcuni casi può sfociare con la morte di questa.
La Zeuzera pyrina è il rodilegno che determina i maggiori danni sulle colture arboree. Gli adulti sono grosse farfalle dalle ali bianche cosparse di punti neri e sono presenti da inizio Maggio ad Agosto. Le larve, di colore giallo, appena nate (periodo estivo) si disperdono sulle parti alte della pianta dove attaccano germogli e rametti e solo quando hanno raggiunto un certo sviluppo, normalmente nel periodo autunnale, si portano sul tronco o grossi rami. Qui iniziano a scavare gallerie ascendenti e superato l’inverno, in primavera la maggior parte di larve si trasforma in farfalle, la rimanente completa il ciclo nell’ anno successivo. Le gallerie provocano un indebolimento del ramo o del fusto che in presenza di forti venti può andare incontro a rottura.
OZIORRINCHI DELLE ORNAMENTALI (Otiorrhynchus spp.)
Diverse specie di oziorrinchi provocano danni rilevanti su Ericacee (Azalea, Rhododendron, ecc.), Taxus, Oleace (Olea fragans, Osmanthus, ecc.) e diverse altre piante. Risultano particolarmente pericolosi alle coltivazioni in vaso, perché le larve terricole trovano condizioni ottimali di sviluppo nei substrati dei contenitori. Questo gruppo di insetti sviluppa una sola generazione l’anno, con presenza degli adulti da Maggio a Settembre e presenza di forme larvali da Settembre a Giugno. Gli adulti hanno abitudini notturne, nascondendosi nel terreno o sotto altri ripari nelle ore diurne. Durante la notte fuoriescono dai nascondigli e vanno a nutrirsi di foglie provocando, lungo il margine, delle caratteristiche erosioni a semicerchio. Le larve sviluppano tutto il loro ciclo nel terreno nutrendosi degli organi sotterranei delle piante e provocando su di essi estese erosioni a livello corticale. Il danno maggiore è provocato dalle larve, in quanto le erosioni radicali possono essere tanto rilevanti da provocare la morte della pianta.
ACARI
RAGNETTO ROSSO E RAGNETTO GIALLO (Tetranychus spp. , Panonychus spp., Eotetranychus spp.)
Diverse specie di ragnetto possono procurare danni rilevanti su piante spoglianti o sempreverdi, erbacee o arboree. La presenza degli acari sui vegetali è rilevata da una sintomatologia a carico delle foglie abbastanza simile a tutti i vegetali. Gli acari, pungendo la foglia e sottraendo liquidi cellulari e clorofilla dai tessuti, determinano sulla pagina fogliare decolorazioni argentee, bronzee o plumbee associate a ingiallimenti o arrossamenti più o meno diffusi della lamina fogliare. Le foglie gravemente colpite disseccano e cadono precocemente lasciando la pianta spoglia. In alcuni casi sugli organi colpiti si possono osservare delle ragnatele costituite da fili sericei molto fini. Questi tetranichidi sono difficilmente osservabili ad occhio nudo, per cui è necessario avvalersi di una buona lente d’ingrandimento per verificarne la presenza sui vegetali.
PARASSITI FUNGINI
OIDIO O MAL BIANCO (F. asc.: Sphaerotheca, Podosphaera, Erysiphe, Microsphaera, Uncinula, Phyllactinia, Leveillula. F. con.: Oiodium)
I funghi appartenenti alla famiglia delle Erysiphaceae sono la causa dell’alterazione, riscontrabile nel periodo estivo su molte piante, comunemente conosciuta con il nome di Mal Bianco, Nebbia, Manna. Fra le più comuni piante soggette ad attacchi di oidio possiamo ricordare: Rosa, Prunus laurocerasus, Quercus, Acer, Lagerstroemia, Evonimus, e Malus. Questi funghi si sviluppano su tutti gli organi erbacei delle piante: foglie, germogli, rametti erbacei e boccioli fiorali. Le foglie sono l’organo vegetale su cui più comunemente si può riscontrare la malattia. Sui tessuti infestati dal fungo si forma un rivestimento bianco-cenerino, inizialmente non ben definito, poi sviluppato a costituire una sorta di fitta ragnatela abbastanza evidente. In diverse forme di oidio la lamina fogliare può assumere un aspetto bolloso o andare incontro a raggrinzimenti. Le foglie molto colpite disseccano e cadono anticipatamente per cui forti attacchi di mal bianco possono causare defogliazioni intense. Nel Prunus laurocerasus le aree fogliari interessate dall’infezione tendono a disseccare e a cadere anticipatamente lasciando un foro nella lamina fogliare (oidio perforante). I rametti erbacei colpiti si ricoprono anch’essi di muffa bianca, al di sotto della quale è facile rinvenire una diffusa e superficiale reticolatura necrotica. Gli oidi si sviluppano esternamente all’ospite, ancorandosi ad esso per mezzo di appressori. Con delle strutture dette austori penetrano nelle cellule delle piante e ne assorbono il contenuto.
TICCHIOLATURA DELLE ORNAMENTALI (Venturia spp., Diplocarpon rosae, Crataegus oxyacantha, Raphiolepis, Eriobotrya spp.
Le ticchiolature delle ornamentali sono un gruppo piuttosto eterogeneo di malattie fungine. Sono caratterizzate dalla comparsa sulle foglie di macchie di colore bruno, olivaceo, marrone, più o meno rotondeggianti, a volte (Raphiolepis) contornate da leggero alone giallo. Inizialmente le macchie fogliari sono isolate e di limitate dimensioni, successivamente si accrescono e tendono a confluire. Le foglie colpite in modo grave cadono precocemente determinando la defogliazione della pianta.
RUGGINI (Phragmidium subcorticium, Gymnosporangium spp., Uromyces geniste-tinctorie, Tranzschelia pruni-spinosae, ecc.)
Le ruggini sono malattie che colpiscono diverse piante ornamentali, provocando, a volte, notevoli danni. Questi patogeni fungini sono caratterizzati dal causare delle alterazioni sui vegetali da cui si ha formazione di polvere rossastra simile a ruggine. Vengono di seguito riportate le più frequenti forme di ruggini. Ruggine della Rosa (Phragmidium subcorticium), ruggine del Laburnum anagyroides (Uromyces geniste-tinctorie), ruggine dell’Hypericum (Melaspora Hypericorum) e ruggine del susino (Tranzschelia prini-spinosae): queste ruggini causano sulla pagina inferiore delle foglie delle piccole pustole da cui fuoriescono masserelle polverulente; le foglie colpite cadono anticipatamente, lasciando la pianta defogliata. Ruggine del Crataegus oxyacantha (Gymnosporangium spp.): provoca, in particolare sulla varietà Paul’s Scarlet, delle evidenti galle a carico di foglie, rami e frutti con successivo disseccamento di questi. Inoltre, saltuariamente, si possono riscontrare attacchi di ruggine anche su Salix, Populus ed altre piante fra cui conifere. In tutti i casi scuotendo gli organi colpiti dal fungo si libera la polvere rossastra tipica di questi patogeni fungini.