Nella seconda metà del ventesimo secolo, le cimici dei letti (Cimex lectularius) sembravano scomparse. Le infestazioni nei paesi industrializzati erano diventate così rare che le cimici non furono considerate più un problema di sanità pubblica. Il declino di questo parassita è stato attribuito ai miglioramenti socio-economici, verificatisi dopo la seconda guerra mondiale e allo sviluppo degli insetticidi residuali (DDT). Tuttavia, poco prima dell’inizio del nuovo millennio, si è cominciato a notare un aumento nel numero di infestazioni da cimice dei letti. Negli ultimi anni, infatti, le infestazioni da parte delle cimici dei letti sono in aumento e iniziano a creare nuovi problemi negli ambienti di soggiorno (alberghi e abitazioni private), così come nei mezzi di trasporto (treni e cabine guida di camion) e nelle comunità (ospedali, carceri, ecc.).
Le cimici dei letti sono lunghe fino a 7 mm, ovali, piatte e di colore rosso-marrone. Sono animali notturni, ma si nutrono anche alla luce del giorno quando affamate. Come le pulci, producono spesso file di punture in serie. Le femmine attaccano le loro uova su superfici, spesso in fessure, dove possono essere nascoste in grappoli sparsi. La cimice dei letti può essere trovata in tutte le regioni climatiche temperate del mondo. Vive in condizioni di temperatura e umidità confortevoli per l’uomo, e l’uomo da parte sua fornisce il sangue per il nutrimento e un posto dove vivere.
Nonostante la puntura sia spesso invisibile, la loro saliva contiene proteine attive che possono causare una reazione immunogenica e allergica. La reazione alle punture di cimice dei letti può variare: alcune persone mostrano una piccola o quasi assente reazione, mentre altre possono mostrare reazioni notevoli. I sintomi iniziali includono forte arrossamento cutaneo e intenso prurito, eruzioni pustolose che possono condurre a ulteriori reazioni ematologiche e più raramente shock anafilattico. Sono descritti 28 patogeni umani naturalmente contenuti nelle cimici dei letti, ma la loro trasmissione non è mai stata documentata. Studi eseguiti sull’epatite B sembrano avvalorare la possibilità di trasmissione meccanica da parte di feci contaminate o quando gli insetti siano schiacciati mentre si nutrono sulla pelle. Numerose punture di cimice dei letti possono contribuire allo sviluppo dell’anemia e possono anche rendere un individuo più suscettibile alle comuni patologie. Alcuni soggetti possono sviluppare malessere generale assieme a insonnia e forte prurito. Altri individui possono sviluppare la cosiddetta “sindrome da sensibilizzazione” che implica nervosismo, irritabilità e insonnia. In questi casi, trasferire il soggetto in altro ambiente o rimuovere le cimici ha favorito la scomparsa della sindrome. A parte gli effetti della puntura diretta, allergeni volatili delle cimici dei letti possono causare l’asma bronchiale.
La maggior parte dei pazienti le cui punture sono trattate con corticosteroidi per tentare di ridurre il rigonfiamento e il prurito, non riscontrano miglioramenti significativi. Gli antistaminici riducono il prurito in alcuni casi, però non hanno effetti alcuni sul rigonfiamento e sulla durata delle lesioni. . L’applicazione topica di corticosteroidi come l’idrocortisone sembra ridurre le lesioni e la sensazione di prurito. Vari pazienti riscontrano una diminuzione del prurito e dell’infiammazione anche con l’applicazione di acqua calda sulla zona interessata. L’acqua deve essere intorno ai 50°C, se non è sufficientemente calda può aggravare i sintomi; se invece è troppo calda può causare scottature. Può essere applicata l’acqua calda anche attraverso un panno imbevuto, o scaldare il panno bagnato con un asciugacapelli. C’è disaccordo sul motivo per il quale il calore attenuerebbe i sintomi. Alcune Website ipotesi affermano che il calore saturerebbe i nervi che trasmettono il prurito, impedendo così al segnale di arrivare al cervello; altre, che il calore degraderebbe le sostanze chimiche che causano l’infiammazione; e altre ancora, che il calore scatenerebbe una massiccia produzione di istamina.
In conclusione, si vuole ricordare che un’accurata raccolta dei dati anamnestici (esposizione all’insetto), la descrizione morfologica e la conoscenza dell’aspetto clinico delle lesioni, sono dati indispensabili per una corretta diagnosi di questo tipo di patologie. Anche per quanto riguarda le problematiche legate alle infestazioni in abitazioni è necessario arrivare a una corretta identificazione delle specie. Infatti, solo tramite la conoscenza dei cicli vitali degli insetti implicati e della loro importanza sanitaria, è possibile attuare, un controllo integrato, ovvero l’avvalersi di interventi sia di natura gestionale, sia di natura fisica e chimica.